Un silenzio che racconta. Natzweiler Flossenburg

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Riccardo Lolli nel libro racconta la storia allucinante, fatta di violenze e torture di Rocco Di Pillo, un uomo dotato della coerenza e della bontà dei semplici, con una innata ripugnanza per le armi e per i soprusi, pacifista, anarchico, quando dal balcone di piazza Venezia, il Duce tuonava contro l'imbelle democrazia. Rocco Di Pillo, orfano di guerra, nel 1940 dovette lasciare madre ed otto fratelli a Pratola Peligna per adempiere agli obblighi del servizio militare, senza poter poi tornare al paese per lo scoppio del secondo conflitto mondiale. Ricoverato all'Ospedale Militare di Taranto il 14 settembre 1942, ma, per un disguido amministrativo, fu denunciato al Tribunale Militare per diserzione. Per Di Pillo, condannato ed inviato al Reclusorio Militare di Pizzighettone, avrebbe avuto così inizio il penoso calvario che lo avrebbe segnato permanentemente. Pochi giorni dopo la comunicazione dell'armistizio, il 18 settembre, prelevato con altri 400 militari, fu avviato nei carri bestia
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