Piombino napoleonica (1805-1814) il principato dei baciocchi

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Il 18 marzo 1805, Napoleone Bonaparte donava l'antico Stato di Piombino, in piena sovranità, alla sorella Elisa attribuendo al di lei marito, Felice Baciocchi, il titolo di Principe dell'Impero. Il Principato piombinese mantenne, come succedeva da secoli, la propria completa autonomia sotto il profilo giuridico, benché, adesso, fosse palesemente inquadrato in un rapporto di vassallaggio con la Francia. Alcune branche dell'amministrazione centrale di esso, come le cancellerie e le segreterie dei regnanti, certi affari militari e di polizia, finirono ovviamente per essere cumulate con quelle inerenti al Principato di Lucca, prima, e al Granducato di Toscana, poi. Il Principato napoleonico piombinese si reggeva su un ordinamento tipico dell'assolutismo monarchico. Poiché il regime dei Baciocchi fu strettamente personale, Felice I deteneva in sé il potere legislativo e, pertanto, emanava leggi e decreti di "motuproprio"", demandandone l'attuazione a ministri e funzionari, per lo più francesi e provenienti dall'esercito. Sulla scorta dell'esperimento francese, i Baciocchi riformarono interamente l'ordinamento giuridico dello Stato piombinese, sicché, anche in tale regione, come altrove, in Italia, «la legislazione napoleonica incise in tutti i settori della società e della vita civile. Limitandoci qui agli aspetti più duraturi di quest'opera di rifondazione, ricordiamo in primo luogo [...] l'introduzione dei codici francesi (codice civile detto codice Napoleone, codice penale, codici di procedura civile e criminale, codice di commercio, codice del notariato) che mantenuti in vigore nelle loro parti essenziali dai governi della Restaurazione serviranno di base alle codificazioni dell'Italia unita»"
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