Il grido dell'Aquila e l'artiglio. Io, Gaio Mario, uomo nuovo a Roma

Dopo le guerre puniche Roma espande il proprio dominio in tutto il Mediterraneo e la società romana subisce una profonda trasformazione mettendo in crisi le istituzioni repubblicane. Le classi meno abbienti si vedono private della terra a tutto vantaggio dei grandi latifondisti. Poche famiglie aristocratiche hanno accesso al consolato e il potere viene esercitato esclusivamente dalla nobiltà. A poco a poco, pero, viene affermandosi l'ordine equestre, formato dai nuovi ricchi che prosperano prevalentemente nella finanza e nel commercio. Il tentativo di costoro di inserirsi nella lotta per il potere crea un clima sociale che prelude allo scontro tra la nobilitas e gli equites, e che presto si trasformerà in una lotta tra l'oligarchia senatoria, gli optimates, e i rappresentanti del popolo, i populares. In questo contesto, tra il II e il I secolo a.C., compare prepotentemente sulla scena politica della Repubblica di Roma Gaio Mario, homo novus, proveniente dal Municipium di Arpino.