Il cacciatore di tarante

1870. Il demone è tornato. E ora reclama il suo tributo di sangue.\r\n\r\nEcco perché questo posto non troverà mai pace: qui da millenni si venerano gli dèi\r\nsbagliati.1870. L’Italia è appena stata fatta, ma per fare gli Italiani la strada è ancora\r\nlunga. Giovanni Dell’Olmo, ispettore di pubblica sicurezza a Torino, e il duca Carlo\r\nCaracciolo de Sangro, brillante medico a Napoli, incarnano alla perfezione gli\r\nstereotipi del Regno: il Nord sabaudo freddo e rigoroso e il Sud borbonico godereccio\r\ne superstizioso. Ma i due hanno qualcosa in comune, perché nel loro campo sono i\r\nmigliori, e questo rende entrambi degli outsider, malvisti da colleghi e sottoposti. Le\r\nloro strade s’incrociano quando Giovanni, sulle tracce di un assassino noto come\r\nl’Imbalsamatore, viene spedito nel tanto disprezzato Mezzogiorno del Regno per una\r\nmissione: ironia della sorte, il Ministero gli affianca proprio un napoletano, il dottor\r\nCaracciolo de Sangro, esperto tossicologo e grande