Fare lo spazio

Qui e ora, Cingolani fa lo spazio ma definisce anche il suo essere nel proprio tempo, così privato, nervoso, da tigre\r\nin corridoio, eppure, miracoli del linguaggio, così politico e interessante. Un interrogatorio poetico raccolto con la\r\nsolita pallida e meccanica veste tipografica, dove si tessono senza sosta i fili tenui dello sdoppiamento, dei piccoli e\r\nsordi vuoti di esistenza, della negazione dei bordi. Una clinica del reale spoglia di qualsiasi triste acchito e brillante\r\ninvece di una vitalità di altri decenni. Do you remember Laing, Cooper, Nelo Risi... Il corpo in veste attoriale è esposto\r\na sacrifici gnoseologici così come l’azione poetica è costretta più volte in situazioni metaespressive, fino al capriccio: “...Se solo potessi stare buona dentro il foglio..,”. La poesia della Cingolani è fatta di materiali linguistici molto\r\norali, quasi sceneggiati, immediatamente fusi in spazi anche malmessi di cronaca e di conversazione, con l’effetto\r\nimportante che ciò