L' identità narrativa di un'operatrice sociale

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Nzularchia|Baldini + Castoldi|15.20|libro|in stock|100|new| e contemporanea (dopo il 1945)|Brossura|Mimmo Borrelli|Libri|Questa edizione dispiega insieme al testo in dialetto flegreo una traduzione dell’autore che non solo non tradisce la furia dell’originale ma talora crea una lingua nuova, un italiano non formale, pieno di falle e di neologismi, trasparente come il sogno di un demone.rnrn«E proprio quando questa febbre gialla di paura raggiunge l’apice del suo decorso infettivo, improvvisamente, solo allora ti ci abitui, torni a rifiatare liberamente come una volta, un po’ arrochito nella voce, questo è vero! Ma non senti più dolore, non provi più fatica e sai perché? Perché ti sei assuefatto. Sei al sicuro: rachitico, depresso, malsicuro nella noiosa realtà di quattro mura, murato vivo, confezionato sottovuoto in una busta di cellophane.»rnrnrnIn ’Nzularchia si racconta di una notte spaventosa, in un derelitto palazzo dentro il quale arrivano i tuoni e i lampi di una tempesta incombente. Gaetano deve fare i conti, testimone il giovanissimo Picceri’, con il sopruso, l’orrore, la violenza subìta da un padre camorrista e assassino che si aggira dentro una vestaglia consumata nelle stanze di quel palazzo.rnSiamo alla fine degli anni Novanta del Novecento, ma il tempo sembra contrarsi e aprirsi come in una tragedia antica. L’inconscio di Gaetano emerge a scatti, a conati dal buio e il padre Spennacore si erge torvo e torbido a testimoniare un dominio decaduto e al contempo intriso di colpa e di mostruosità. «Io sono la fame che ti fa diventare infame, io sono un infame, traditor, morto di fame.»rn’Nzularchia è l’itterizia, la piaga, il segno che marchia una umanità condannata, senza identità, che sfida il labirinto per cercare un dolore originario e una colpa, o meglio ancora, un colpevole.rnNessuno nel teatro italiano ha saputo, come Borrelli, toccare il confine, il limite e cercare dentro l’abisso del nulla per cavarne un’oratoria grande, barocca, da teatro fiammeggiante.rnQuesta edizione dispiega insieme al testo in dialetto flegreo una traduzione dell’autore che non solo non tradisce la furia dell’originale ma talora crea una lingua nuova, un italiano non formale, pieno di falle e di neologismi, trasparente come il sogno di un demone.|FALSE|Narrativa italiana|Romanzi e racconti|16.00|||||yes||0|YES|||||| B9788893880473|9788893880473|Cosi vicini, così lontani. Il sentimento dellaltro, fra viaggi, social, tecnologie e migrazioni
Nzularchia|Baldini + Castoldi|15.20|libro|in stock|100|new| e contemporanea (dopo il 1945)|Brossura|Mimmo Borrelli|Libri|Questa edizione dispiega insieme al testo in dialetto flegreo una traduzione dell’autore che non solo non tradisce la furia dell’originale ma talora crea una lingua nuova, un italiano non formale, pieno di falle e di neologismi, trasparente come il sogno di un demone.rnrn«E proprio quando questa febbre gialla di paura raggiunge l’apice del suo decorso infettivo, improvvisamente, solo allora ti ci abitui, torni a rifiatare liberamente come una volta, un po’ arrochito nella voce, questo è vero! Ma non senti più dolore, non provi più fatica e sai perché? Perché ti sei assuefatto. Sei al sicuro: rachitico, depresso, malsicuro nella noiosa realtà di quattro mura, murato vivo, confezionato sottovuoto in una busta di cellophane.»rnrnrnIn ’Nzularchia si racconta di una notte spaventosa, in un derelitto palazzo dentro il quale arrivano i tuoni e i lampi di una tempesta incombente. Gaetano deve fare i conti, testimone il giovanissimo Picceri’, con il sopruso, l’orrore, la violenza subìta da un padre camorrista e assassino che si aggira dentro una vestaglia consumata nelle stanze di quel palazzo.rnSiamo alla fine degli anni Novanta del Novecento, ma il tempo sembra contrarsi e aprirsi come in una tragedia antica. L’inconscio di Gaetano emerge a scatti, a conati dal buio e il padre Spennacore si erge torvo e torbido a testimoniare un dominio decaduto e al contempo intriso di colpa e di mostruosità. «Io sono la fame che ti fa diventare infame, io sono un infame, traditor, morto di fame.»rn’Nzularchia è l’itterizia, la piaga, il segno che marchia una umanità condannata, senza identità, che sfida il labirinto per cercare un dolore originario e una colpa, o meglio ancora, un colpevole.rnNessuno nel teatro italiano ha saputo, come Borrelli, toccare il confine, il limite e cercare dentro l’abisso del nulla per cavarne un’oratoria grande, barocca, da teatro fiammeggiante.rnQuesta edizione dispiega insieme al testo in dialetto flegreo una traduzione dell’autore che non solo non tradisce la furia dell’originale ma talora crea una lingua nuova, un italiano non formale, pieno di falle e di neologismi, trasparente come il sogno di un demone.|FALSE|Narrativa italiana|Romanzi e racconti|16.00|||||yes||0|YES|||||| B9788893880473|9788893880473|Cosi vicini, così lontani. Il sentimento dellaltro, fra viaggi, social, tecnologie e migrazioni
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La questione dell'identità narrativa, tema tratteggiato in queste pagine, ci riconduce all'appello dell'antico oracolo di Delfi: "conosci te stesso"". Sappiamo che le cose importanti legate alla vita - soprattutto quella interiore - e alla conoscenza del mondo sono già state narrate; la storia pare ripetersi, si parla addirittura dell'eterno ritorno dell'identico. Lungo il sentiero del dialogo e dell'accoglienza l'operatore sociale compie un viaggio di conoscenza che può aiutare le persone a sentirsi valorizzate. Si tratta d'inserire ""semi di novità"" e dimostrare, attraverso esperienze credibili, che un altro modo di vivere è possibile. ""Un grano di luce in un solco di silenzio..."". Questa espressione quechua può rappresentare quello che per me significa ritrovare il senso di un pensiero impensato. Lo sforzo sta nel cercare la via della riflessione umile e creativa. Restano sempre ricordi, sensazioni, immagini, volti, parole dette e trattenute che riponiamo con cura nella nostra valigia simbolica per custodirne il contenuto."
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