Incongruenze e disapplicazione della legge nella giurisprudenza civile e dintorni

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Incongurenze e disapplicazione della legge nella giurisprudenza civile e dintorni. II Edizione

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"Il ruolo creativo del nostro giudice è estremamente limitato, se non proprio inesistente. Il citato art. 12 delle Preleggi chiede chiaramente al giudice, in assenza di una norma specifica o di una comunque analoga cui poter ricondurre la soluzione del singolo caso esaminato, di decidere utilizzando i principi generali del sistema giuridico. Tra di essi, però, non c'è, per quanto si sappia, il “buon senso” che viene anche definito, più insidiosamente, nei convegni giuridici importanti, come ""il principio di ragionevolezza"". Non appare revocabile in dubbio che si sia in presenza di nient'altro che artifici retorici, vuoti contenitori che l'interprete può riempire con le proprie opinioni personali del tutto libero da qualsiasi limite regolatorio o obbligo di confronto con una norma scritta. Attraverso l'applicazione di un metodo basato su simili premesse si finisce per tornare indietro ai tempi andati, remotissimi tempi, quando il vecchio saggio, seduto vicino all'albero sacro, solo grazie alla propria esperienza e alla vicinanza alla pianta, era ritenuto capace di risolvere qualsiasi controversia posta alla sua attenzione""."
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