Ars boni et aequi. Il diritto fra scienza, arte, equità e tecnica

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Il diritto è da sempre fenomeno sociale multiforme, non legato alla contingenza di un'epoca o di una dottrina, ma strutturale, in quanto riconoscibile sottotraccia in ogni ordinamento, comunque sia esso concepito. Hans Kelsen, chiarendo i tratti fondamentali del suo giuspositivismo, afferma che la giustizia è un ideale irrazionale, in quanto tale non suscettibile di conoscenza razionale. D'altra parte, dalla latinità antica perviene, come è noto, un'idea del diritto come ars boni et aequi. Per Kelsen il diritto non è giustizia; per la latinità, esso è intrinsecamente connesso con il bonum e con l'aequum. Per Kelsen di questo diritto (positivo) si dà scienza; per la latinità, di quel diritto (equitativo) si dà arte. La di-stanza fra le due concezioni non potrebbe essere maggiore. La mossa da compiere, allora, è di interrogarsi non solo sul "presupposto logico"" dell'ordinamento giuridico, ma sul suo ""presupposto ontologico"", che per Kelsen stesso - se ne accorga o no - è il mondo dell
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